Il Governo all’interno del testo della Legge di Bilancio 2019 ha introdotto delle modifiche sul congedo di maternità riguardo l’astensione dei genitori lavoratori , mentre il Jobs act del lavoro autonomo ne ha introdotte sul congedo di maternità per le lavoratrici autonome.
Vediamo insieme cos’è, come funziona, a chi spetta, durata e come richiederlo.
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Cos’è il congedo di maternità
Il congedo di maternità spetta a tutte quelle donne lavoratrici che diventeranno mamme o prenderanno in affidamento o in adozione un bambino minorenne.
Il congedo è obbligatorio e prevede l’astensione della futura mamma dal lavoro per cinque mesi che possono essere superiori solo se la gravidanza è a rischio. In tal caso bisognerà presentare i certificati medici necessari per dimostrare l’effettiva impossibilità nel poter svolgere l’attività lavorativa.
Possibilità di lavorare fino al nono mese di gravidanza
Le donne lavoratrici in gravidanza potranno decidere liberamente se lavorare fino al nono mese o fino al momento del parto. Per poter lavorare però dovranno presentare il certificato del medico ginecologo per accertare il buono stato di salute.
Lavorando fino a poco prima del parto, la neo mamma potrà usufruire dei cinque mesi di congedo obbligatorio dopo il parto e quindi poter stare con il proprio figlio fino a cinque mesi dopo la nascita anziché due mesi prima della nascita e tre dopo, com’era previsto precedentemente.
A chi spetta il congedo
Il congedo di maternità spetta alle madri:
- Lavoratrici dipendenti;
- Lavoratrici autonome iscritte alla gestione dell’INPS;
- Lavoratrici a domicilio;
- Lavoratrici che svolgono attività socialmente utili o di pubblica utilità;
- Madri disoccupate o sospese.
Congedo di maternità lavoratrici autonome
Un’ulteriore novità riguarda il congedo di maternità delle lavoratrici autonome. La legge 81/2017 del Jobs act del lavoro autonomo infatti ha apportato delle modifiche alla precedente che prevedeva l’obbligo di presentare la dichiarazione di astensione lavorativa.
Grazie alla nuova legge adesso le libere professioniste e le lavoratrici parasubordinate possono usufruire della maternità senza doversi per forza astenere dall’attività lavorativa. Ovviamente l’astensione dal lavoro diventa obbligatoria se la gravidanza è a rischio.
L’unico requisito indispensabile per le lavoratrici autonome consiste nell’aver versato almeno tre mesi di contributi entro 12 mesi dal momento in cui inizia il periodo indennizzabile.
Durata congedo di maternità lavoratrici autonome
Le lavoratrici autonome possono usufruire del congedo di maternità per sei mesi, fino al compimento del terzo anno di età del bambino o dall’entrata in famiglia del minore adottato o preso in affido. È anche possibile usufruire del congedo non consecutivamente ma frazionato in giorni o mesi, mai ad ore.
Come richiedere la maternità
Per richiedere il congedo di maternità, bisogna presentare la domanda all’Inps, prima dell’astensione dal lavoro ed entro un anno dalla fine del periodo indennizzabile, tramite una delle seguenti modalità:
- Attraverso il sito web dell’Inps;
- Chiamando al contact center al numero 803 164 oppure allo 06 164 164 da cellulare;
- Rivolgendosi a Patronati o intermediari dell’Inps.
1 commento su “Congedo di maternità: novità astensione e lavoratrici autonome”
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