Alla soglia dei 67 anni, non tutti possiedono i 20 anni di contributi necessari per la pensione di vecchiaia. In questo articolo scopriamo insieme come utilizzare i contributi silenti per non perdere quanto versato.
Pensioni e contributi silenti: cosa sono?
I contributi che vengono versati all’INPS, se non utilizzati, si chiamano contributi silenti. Questi rappresentano un costo per ogni lavoratore, anche se il versamento è fatto dal datore di lavoro. Si tratta di un problema importante, specialmente per chi ha avuto carriere brevi e discontinue.
Se non utilizzati per tempo, questi contributi andranno persi. Questo perché l’INPS non rimborsa quanto già versato.
Pensioni e contributi silenti: come utilizzarli?
Facciamo un esempio: un uomo di 65 anni ha maturato solo 17 anni di contributi. Al raggiungimento dei 67 anni non otterrà la pensione di vecchiaia, poiché non ha raggiunto il minimo previsto.
Per non perdere i contributi versati, il lavoratore può aggiungere altri contributi. Questo accade attraverso il riscatto, versando contributi volontari o attraverso altri anni di lavoro.
Nell’esempio, gli anni che mancano per ottenere la pensione di vecchiaia sono 3. Il lavoratore può quindi, come prima cosa, richiedere il riscatto gratuito dell’anno del servizio militare. Questo, però, vale solo per coloro che hanno assolto il servizio durante il periodo di obbligo. Se non è stato richiesto in precedenza, il riscatto del servizio di leva permette di ottenere 18 anni di contributi. Restano così solo 2 anni per ottenere il diritto alla pensione di vecchiaia.
Avendo 65 anni, inoltre, il lavoratore può chiedere all’INPS di versare i cosiddetti contributi volontari. In questo modo, trimestre dopo trimestre, si arriva alla soglia dei 20 anni di versamenti e può, finalmente, chiedere la pensione di vecchiaia.
Come alternativa, si può controllare se ci sono periodi da riscattare per omissione lavorativa, o periodi di lavoro all’esterno. è possibile richiedere il riscatto del periodo dedicato allo studio e all’ottenimento della laurea. In quest’ultimo caso, è possibile richiedere il riscatto degli anni di studio rateizzandone la spesa.