Il decreto Cura Italia e il decreto Liquidità, tra le diverse agevolazioni dedicate agli italiani, hanno introdotto anche il credito d’imposta per sanificare gli ambienti di lavoro, chiamato anche bonus sanificazione. Per contenere la diffusione del Coronavirus negli ambienti di lavoro è infatti fondamentale adottare delle misure di contenimento in maniera minuziosa.
Per riaprire le attività commerciali e ritornare gradualmente alla vita quotidiana i commercianti dovranno quindi garantire la prevenzione dal contagio ai propri lavoratori e ai propri clienti. utilizzando dispositivi di sicurezza e prodotti igienizzanti. Vediamo insieme cos’è e a chi spetta questo bonus.
Cos’è e a chi spetta il credito d’imposta per sanificare gli ambienti di lavoro
Il credito d’imposta per sanificare gli ambienti di lavoro è destinato agli esercenti attività d’impresa, arte o professione e alle imprese di qualsiasi dimensione.
Il beneficio è richiedibile per le spese di sanificazione degli ambienti di lavoro, per l’acquisto dei dispositivi di protezione individuale come mascherine, Ffp2, Ffp3, guanti, occhiali, tute, igienizzanti, barriere protettive e strumenti di lavoro.
Il credito d’imposta è destinato a tutte le imprese di qualsiasi dimensione ed è pari al 60% delle spese affrontate. Può essere richiesto fino ad un tetto massimo di 80.000€ per contribuente e per il periodo di imposta 2020.
Il bonus sanificazione non è illimitato. Il governo ha infatti stanziato 50 milioni di euro per il credito d’imposta per sanificare gli ambienti di lavoro. È quindi usufruibile fino all’esaurimento dell’importo.
In ogni caso, tutti coloro che possono lavorare in modalità smart working dovrebbero continuare in questa modalità a svolgere la loro attività, in modo da lavorare in sicurezza e azzerare il rischio di contagio da Coronavirus. L’utilizzo delle mascherine invece è obbligatorio per tutti i lavoratori che riprenderanno la loro attività.
Lo scopo del credito d’imposta è:
- Garantire un ambiente salubre ai lavoratori;
- Evitare la diffusione e trasmissione del Coronavirus;
- Non gravare ulteriormente di costi le aziende.