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Delega di pagamento rifiutata: ecco le cause e cosa fare

La delega di pagamento è regolamentata dal DPR 180/150 e dalla Ragioneria Generale dello Stato. Chiamata anche delegazione di pagamento, prestito con delega e doppio del quinto, è un finanziamento non finalizzato dedicato ai lavoratori che hanno già in corso una cessione del quinto dello stipendio.

Richiedendola è possibile ottenere un ulteriore prestito con rata pari ad un quinto dello stipendio netto, cioè una vera e propria doppia cessione del quinto. E, anche in questo caso, è obbligatorio stipulare una polizza assicurativa, in grado di salvaguardare il lavoratore in caso di eventi inattesi.

Il dipendente non è tenuto a motivare la richiesta del credito, né al datore di lavoro né all’istituto di credito.

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Chi può richiedere il doppio del quinto

Possono richiedere la delega di pagamento tutti i lavoratori, anche coloro che hanno avuto disguidi finanziari e sono stati segnalati presso i sistemi di informazioni creditizie o hanno in corso altri finanziamenti. In particolare possono quindi richiedere il prestito con delega:

I pensionati non possono richiedere la delegazione di pagamento perché gli enti pensionistici non accettano la doppia trattenuta sulla pensione.

Come funziona la delega di pagamento

Se la cessione del quinto dello stipendio è un diritto del lavoratore, della delega di pagamento non possiamo dire lo stesso. I datori di lavoro sono obbligati ad accettare la cessione del quinto, ma non sono tenuti ad accettare ugualmente la delega di pagamento, ecco perché la mancata autorizzazione da parte del datore di lavoro fa respingere la richiesta.

Perché ciò accade? In pratica, sia per la cessione del quinto che per il prestito con delega, il datore di lavoro detrae l’importo del finanziamento dalla busta paga del dipendente e la versa all’istituto di credito che ha erogato il prestito. I motivi che possono spingerlo al rifiuto sono principalmente due:

  • Salvaguardare il proprio dipendente da un eccessivo indebitamento;
  • Evitare di sostenere ulteriori costi amministrativi.

Di solita la delega di pagamento viene accettata da tutte le amministrazioni statali e pubbliche ma non da tutte quelle private. È bene quindi verificare se l’amministrazione dell’azienda per cui si lavora accetta o meno questa tipologia di finanziamento.

Cause rifiuto delega di pagamento

Come dicevamo, non tutte le amministrazioni accettano la trattenuta del doppio del quinto sullo stipendio dei propri dipendenti e possono quindi rifiutare la richiesta. Ma non è l’unico motivo per cui una delega di pagamento viene rifiutata. Le cause possono essere tre:

  • L’azienda non autorizza la seconda trattenuta in busta paga;
  • L’istituto di credito non è disposto ad erogare il finanziamento ad alcune categorie di lavoratori, come i dipendenti del settore privato oppure il reddito mensile non è sufficiente;
  • L’assicurazione non accoglie la richiesta perché ritiene il rischio elevato. I principali fattori determinanti possono essere il TFR maturato dal lavoratore, la presenza di pignoramenti e un’azienda di piccole dimensioni con meno di 16 dipendenti.

Cosa fare in caso di rifiuto del doppio del quinto

Il rifiuto non è sempre definitivo. Se la causa dipende dall’istituto di credito non propenso ad erogare il finanziamento, è possibile fare richiesta in un altro istituto di credito o banca.

Se dipende dall’assicurazione, è possibile, anche in questo caso, tentare con un’altra compagnia assicurativa.

Se invece il rifiuto dipende dal datore di lavoro, non è possibile richiedere la delega di pagamento ma si potrà optare per un’altra tipologia di finanziamento.

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1 commento su “Delega di pagamento rifiutata: ecco le cause e cosa fare”

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