Capita a molti lavoratori di ricevere il green pass in ritardo nonostante aver fatto le dosi del vaccino o il tampone. I lavoratori hanno l’obbligo di avere il passaporto verde per poter accedere nei luoghi di lavoro, allora è importante capire come comportarsi in caso di ricezione del green pass in ritardo.
Vediamo insieme quali sono i tempi di attesa, cosa si può fare se ci sono ritardi nella consegna del green pass e come risolvere i problemi.
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Tempi di consegna green pass
Sono tantissimi i dubbi riguardo al green pass, in particolare molti lavoratori si chiedono quali sono i tempi di consegna e cosa fare se non hanno ancora ricevuto la certificazione verde. Il decreto legge 127 del 21 settembre 2021 ha introdotto l’obbligo per tutti i lavoratori di avere il green pass per accedere al posto di lavoro, le pene per chi non lo possiede e per chi non controlla sono molto salate. I modi per ottenere il passaporto verde sono tre:
- Vaccino anti Covid, anche con la prima dose e resta valido fino al giorno della seconda dose;
- Essere guariti dal Covid, in questo caso il green pass ha una validità di 6 mesi, mentre per chi ha ricevuto la prima dose dopo o prima della malattia, avrà l’estensione a 12 mesi;
- Tampone negativo, se rapido avrà validità 48 ore mentre molecolare avrà validità 72 ore.
La certificazione verde di norma viene consegnata per la prima dose di vaccino entro 14 giorni. Nel caso della seconda dose la certificazione è inviata entro due giorni, per tampone negativo viene inviata in poche ore e, infine, per la guarigione dalla malattia la certificazione si riceve entro 24 ore. I tempi di attesa non sono lunghi ma come ogni strumento tecnologico possono accadere dei problemi tecnici che causano la ricezione del green pass in ritardo. Come ci si deve comportare nel caso di un ritardo? Si deve ritardare anche il ritorno sul luogo di lavoro?
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Green pass in ritardo e documentazione alternativa
Se si dovesse ricevere il green pass in ritardo il lavoratore può evitare l’assenza dal lavoro portandosi la documentazione alternativa. Tra le Faq del Governo in merito c’è la precisazione secondo cui i lavoratori possono servirsi di documenti cartacei o digitali rilasciati dalle strutture sanitarie pubbliche o private. Questi documenti devono attestare obbligatoriamente le seguenti condizioni:
- Il lavoratore ha fatto la prima dose di vaccino da almeno 15 giorni;
- Il lavoratore ha terminato il ciclo vaccinale;
- Il lavoratore ha fatto una dose di vaccino dopo aver contratto l’infezione da Covid;
- Il lavoratore è negativo al tampone molecolare o antigenico;
- Il lavoratore è guarito dal Covid-19.
Il Governo precisa anche che questa documentazione è valida solamente l’eventuale ricezione del green pass in ritardo, ma non sono un’alternativa allo smarrimento della certificazione verde per i lavoratori.
Green pass: cosa fare se non si riceve
I lavoratori che pur attendendo i tempi non ricevono il green pass possono accedere al sito del Ministero della Salute per avere l’AUTHCODE che serve per ottenere il passaporto verde sull’app del cellulare. Sul sito va inserito il codice fiscale e le ultime otto cifre della tessera sanitaria e la data in cui è avvenuta la vaccinazione, il tampone o la guarigione certificata dall’ASL.
Green pass terza dose: per tutti i lavoratori?
Il Governo ha stabilito che la terza dose sarà obbligatoria dal primo dicembre solo per i sanitari, chi non vorrà adeguarsi o rifiutare la terza dose riceverà con tutta probabilità la sospensione da lavoro. Anche in questo caso, se il lavoratore dovesse ricevere il green pass in ritardo può evitare l’assenza dal lavoro portandosi la documentazione alternativa.