In questi giorni al Governo si discuterà il Decreto Dignità, detto anche Decreto Estate, che dovrebbe essere approvato entro fine giugno. Il decreto prevede delle importanti novità riguardanti il lavoro precario e il contrasto ai furbetti che usufruiscono di incentivi statali per poi delocalizzare le aziende. Verranno reintrodotte alcune normative abrogate dal precedente governo e ne verranno introdotte di nuove per tutelare il lavoro in Italia e i lavoratori precari.
Vediamo insieme cosa prevede il Decreto Dignità.
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Contratti a termine
Per salvaguardare i lavoratori dall’applicazione impropria dei contratti di lavoro a termine sono state introdotte dal Decreto Dignità le seguenti novità:
- Il rinnovo dei contratti a termine passa da 5 a 4 volte al massimo;
- Per ogni rinnovo il costo contributivo aumenta dello 0,5%. Questo aumento è destinato a finanziare l’indennità di disoccupazione;
- I lavoratori con contratto a tempo determinato non potranno superare il 20% dei lavoratori totali presenti in azienda;
- Se il rapporto di lavoro supera i 36 mesi, il contratto diventa a tempo indeterminato;
- I contratti a tempo determinato dovranno specificare la causale. Renderanno il contratto valido le causali per:
- Esigenze per lavori stagionali;
- Esigenze diverse da quelle previste dal datore di lavoro;
- Incrementi di attività lavorativa temporanei e non programmabili;
- Esigenze temporanee;
- Esigenze sostitutive.
Contratti di somministrazione
Le novità riguardanti i contratti di somministrazione, cioè quelli stipulati con le agenzie interinali, sono le seguenti:
- Abolito il contratto di somministrazione a tempo indeterminato;
- Per ogni rinnovo del contratto a tempo determinato il costo contributivo aumenta dello 0,5%;
- I lavoratori con contratto di somministrazione non potranno superare il 20% dei lavoratori totali.
Tutele e garanzie per gig economy e riders
I lavoratori per le gig economy e i riders, cioè giovani lavoratori che consegnano cibo con bici e motorini propri, grazie al Decreto Dignità, avranno le seguenti garanzie:
- Malattia, ferie e maternità proporzionali alle ore di lavoro svolte;
- Salario minimo orario;
- Diritto alla disconnessione;
- Indennità mensile di disponibilità.
Tutela occupazionale con incentivi statali
Alle aziende che usufruiscono o hanno usufruito di benefici riguardanti l’occupazione ma poi riducono i lavoratori dipendenti addetti alle attività coinvolte dagli aiuti entro i dieci anni successivi, con il Decreto Dignità lo Stato può ridurre o revocare i benefici.
Delocalizzazione aziende
Coloro che delocalizzano fuori dall’Italia le aziende che hanno ricevuto aiuti statali prima che siano trascorsi dieci anni, con il Decreto Dignità vanno incontro a:
- Multe e sanzioni da due a quattro volte pari all’importo del beneficio ricevuto;
- Restituzione del beneficio ricevuto con una maggiorazione fino al 5% dell’importo stesso.
Il Decreto Dignità inoltre prevede per le aziende e per i titolari di partita IVA l’abolizione dello spesometro, del redditometro e degli studi di settore.
Non resta che attendere l’approvazione del Decreto Dignità, il quale avrà effetto immediato nell’applicazione delle normative.