Dal 1° luglio 2020 il pagamento in contanti subirà una nuova restrizione, passando da 3.000 € a 2.000 €. Questo nuovo limite è destinato a diminuire ulteriormente a partire dal 1° gennaio 2021, passando a 1.000 €.
Questi nuovi importi hanno subìto una spinta maggiore negli ultimi mesi proprio per limitare il contatto attraverso i pagamenti in contanti e per cercare di mantenere la distanza di sicurezza. Un altro aspetto molto importante riguarda la lotta all’evasione fiscale, al riciclaggio e, soprattutto, alle alte percentuali di lavoro in nero. In questo periodo di crisi economica infatti contrastare l’evasione fiscale e cercare di agevolare la ripresa diventa un punto essenziale.
La situazione in Europa è invece differente: sono davvero pochi i Paesi che hanno imposto dei limiti al pagamento in contanti che, peraltro, sono piuttosto ampi. Ciò perché sono presenti bassi livelli di evasione fiscale, di riciclaggio e di lavoro in nero.
Nuovi limiti pagamento in contanti
Dal 1° luglio 2020 il limite per il pagamento in contanti è di 2.000 €, ad eccezione del money trasfer, la cui soglia è di 1.000 €. Superata tale soglia è necessario effettuare pagamenti tracciabili attraverso carte di credito, bancomat, prepagate, bonifici e assegni. Il pagamento ad un fornitore nella stessa giornata, anche se in diversi momenti, non può quindi superare i 2.000 € in contanti.
Dal 1° gennaio 2021 invece la soglia si abbassa ulteriormente passando a 1.000 €.
Sanzioni
Chi non rispetta i nuovi limiti rischia sanzioni fino a 50.000 €. In particolare, sono previste le seguenti sanzioni:
- Da 2.000 € a 50.000 € per i pagamenti in contanti fino a 250.000 €;
- Da 15.000 € a 250.000 € per i pagamenti in contanti oltre i 250.000 €.
I professionisti inoltre sono obbligati a segnalare eventuali pagamenti illeciti. Se non effettuano la segnalazione, rischiano multe che vanno dai 3.000 € ai 15.000 €.