L’INPS ha autorizzato l’aumento dello sgravio contributivo, da applicare alla quota contributi a carico del dipendente. Questo comporta un aumento dello stipendio netto a parità di lordo.
Secondo quanto stabilito dal decreto Aiuti bis, lo sgravio contributivo dello 0,8% è aumentato al 2%. Lo sgravio durerà fino a dicembre 2022, tredicesima inclusa. Il nuovo Governo avrà il compito di trovare le risorse economiche necessarie per confermarlo anche per il 2023.
Molti datori di lavoro hanno cominciato a includere lo sgravio contributivo solo dopo il messaggio dell’INPS. Pertanto, nelle prossime buste paga sono obbligati a riconoscere anche gli arretrati dei mesi precedenti.
Sgravio contributivo al 2%: cos’è?
Lo sgravio contributivo è uno strumento che permette di aumentare lo stipendio netto del dipendente a parità di lordo. Attraverso lo sgravio, viene ridotta l’aliquota su cui si calcolano i contributi dovuti dal lavoratore, senza conseguenze negative sulla pensione. Per il datore di lavoro non ci sono aumenti di spesa.
Cessione del quinto dello stipendio e obblighi del datore di lavoro
Lo sgravio contributivo viene introdotto con la legge di Bilancio 2022, che prevede un’aliquota del 8,39% e un risparmio dello 0,8% sullo stipendio. Con il decreto Aiuti bis, l’aliquota viene ulteriormente ridotta, permettendo un risparmio del 2%. Ad esempio: su uno stipendio di 1.000€ lordi, con la legge di Bilancio 2022 si ottenevano circa 8€ netti in più sullo stipendio. Adesso, con lo sgravio contributivo introdotto con il decreto Aiuti bis, si ottengono circa 20€.
Lo sgravio contributivo si applica soltanto alle buste paga con importo lordo imponibile inferiore a 2.692€.
Sgravio contributivo al 2%: arretrati e indicazioni dell’INPS
Attraverso la comunicazione n. 3499/2022, l’INPS ha informato tutti i datori di lavoro della novità. La nuova misura del 2% dovrà essere esposta nelle denunce contributive a partire da ottobre 2022. Chi non ha ancora aggiornato il calcolo della busta paga, portando lo sgravio al 2%, deve farlo immediatamente.
Inoltre, nella stessa comunicazione dell’INPS si parla di arretrati. I datori di lavoro che non l’hanno ancora fatto, devono necessariamente corrispondere al dipendente quanto non corrisposto nel periodo tra luglio e settembre. Questo discorso vale solo per chi non ha ancora aggiornato la percentuale di sgravio contributivo.
Secondo quanto comunicato dall’INPS, gli arretrati possono essere erogati in un’unica soluzione oppure dilazionati tra i mesi restanti. Questo perché c’è tempo fino a dicembre 2022 per l’adeguamento. La scelta in merito all’erogazione, però, viene lasciata a discrezione del datore di lavoro.